Il Santo Rosario della B.V. Maria - Milizia dell'Immacolata Zona Bagheria

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Il Santo Rosario











Il Rosario, via di contemplazione e di salvezza.

“Non si può essere nella Chiesa e della Chiesa, se non si vibra d’amore per  la Madre del Verbo incarnato e Madre della Chiesa. Di un amore fatto di imitazione e di donazione”. ( Mons. Vincenzo Maria Farano in L’imitazione di Maria )
Non si può amare Maria, viverla e venerarla, senza seguirla nella crescita dell’amore verso Dio e i fratelli. E quale miglior modo che il santo Rosario, preghiera semplice e sublime, raccomandato costantemente dalla Vergine che, con la corona nelle mani, ha esortato a recitarlo in molte apparizioni approvate dalla Chiesa per impetrare per se stessi la grazia della verità perfetta e della fede.
La pratica devozionale e contemplativa viene da lontano ed è quasi avvolta in un’aura di leggenda; della diffusione del Salterio di Maria si fecero promotori i due ordini, domenicano e francescano. Secondo il racconto di Tierry d’Alpola fu San Domenico, rivoltosi alla Vergine per la conversione degli eretici, a riceverlo dalla Regina dei cieli in una visione e a diffonderlo a partire dal 1214. Ma si impose nell’ambito francescano la nuova denominazione “rosario” in seguito ad un’apparizione mariana ad un novizio di nome Giacomo. Il giovane, molto devoto, era solito abbellire un quadro della ss. Vergine con delle rose, ma non potendo più offrire il consueto serto di fiori, una volta oltrepassata la porta del convento, prese l’abitudine di recitare il salterio, su consiglio della Vergine. Quand’ecco si avverò il prodigio ovvero ad ogni Ave si dischiudeva dalla sua bocca una meravigliosa rosa con la quale la Vergine intrecciava una ghirlanda mentre al Padre nostro intercalava uno splendido giglio.
Seppur preghiera molto facile in quanto incentrata su preghiere conosciute fin dall’origine della Chiesa come il Padre nostro ( sui grani grossi), l’Ave Maria o saluto dell’angelo ( sui grani piccoli) infine il Gloria , risulta profonda e incisiva nella vita del credente anzi una vera salmodia del cuore che modula un inno di lode a Dio e alla mirabile cooperatrice del suo progetto di salvezza per l’umanità.
Sgranare la corona del rosario è “un modo profondo per insegnarci come dobbiamo approfondire i misteri di Gesù, della sua venuta al mondo fino all’incoronazione, quale Regina del cielo, di colei che gli fu Madre. Ebbene se desideriamo elevarci fino a conoscere Lei ed innamorarci di Gesù, dobbiamo soffermarci a meditare questi misteri in unione con Lei, sussurrando e ripetendo incessantemente l’<<Ave Maria>>. (SK. 1297)
Imboccare la via di Maria svela nelle profonde sinuosità del raccoglimento un abbraccio con  l’infinito e immerge l’orante nella vita vera di Cristo facendogli respirare i suoi stessi sentimenti difatti nella ripetizione incessante di ogni Ave che eleva il canto a Maria, nel baricentro posto quasi a cerniera tra la prima e la seconda parte, avviene l’incontro con il senso del suo e del nostro esistere : Gesù.
Percorrere la via della meditazione del Rosario è muoversi lungo i sentieri polverosi battuti da Maria e calcarne le orme impresse lungo il cammino che porta alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo, è mettersi alla sua scuola per sperimentare con Lei il profondo amore del suo Figlio e per suo Figlio. Recitare questa preghiera significa guardare Cristo con gli occhi di Maria, è accendere il suo sguardo carico di tenerezza materna di fronte a quel Dio fatto carne nella mangiatoia di Betlemme, di stupore di fronte alla sua incomprensibile missione, di dolore ai piedi della croce, di felicità raggiante dopo la resurrezione, di ardente slancio al tocco dello Spirito nel cenacolo.
E nell’ordito della ripetizione si intesse la trama contemplativa dei misteri dove convoglia la profondità del messaggio evangelico e si realizza la mirabile tessitura della salvezza. E’ Maria che prende per mano il cristiano e lo conduce nell’incanto della vita di Dio, soffermandosi con il credente nella gioia che irradia dall’evento dell’Incarnazione, accompagnandolo con il suo passo leggero e schivo nello sfolgorio di luce dell’annuncio del Regno, immettendolo nell’abisso dell’amore di Dio e nella sua potenza rigenerante che diviene Kenosi estrema fino alla morte e alla morte di croce, elevandolo infine alla gloria del risorto e anticipandogli il comune destino di resurrezione, se, innestato in Lui, porterà al mondo la lieta novella.
Fin dal momento del suo si, Maria, dischiudendo nel suo grembo la vita interiore di Gesù, diventa non solo compagna di viaggio ma si fa essa stessa percorso privilegiato verso il Figlio suo: “Ad Iesum per Mariam” proprio attraverso Maria si va a Gesù ed è proprio la via più bella, più piacevole e più sicura. (S.K. 1299)
La preghiera mariana dal cuore cristologico ci immette alla presenza di Lui e ci lascia guardare da Lui e nella contemplazione del volto di Gesù morto e risorto si ricompone la nostra umanità, anche quella frammentata per le fatiche della vita, o segnata dal peccato. (GE 151)  
Arma eccezionale dei santi, spada con la quale ogni milite dell’Immacolata diffonde la parresia dell’annuncio ed esprime la libertà di un’esistenza aperta “donata” nella disponibilità per Dio e per i fratelli  infine strumento privilegiato di santità per il credente di ogni tempo.   
Senza esitazione allora “lasciamoci condurre sempre più perfettamente dall’Immacolata in qualunque posto e in qualsiasi modo Ella vuole collocarci”.(S.K.960)     C. Sorci

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